La Nouvelle Division de la Terre di François Bernier

La Nouvelle division de la terre par les différentes espèces ou races qui l’habitent è un articolo uscito anonimo nel 1684 sul Journal des Sçavants; esso è considerato il primo testo a far uso del concetto   di   ‘razza’   in   senso   moderno   e   segna   alcuni   dei topoi che   accompagneranno   le classificazioni razziali del Sette e Ottocento (e che, in parte, ci accompagnano ancora).

Il   suo   autore,   François   Bernier   (1625-1688),   era   un   fisiologo   francese   diplomato   medico   a Montpellier, che aveva avuto contatti con alcuni importanti personaggi del libertinismo francese (fu il segretario di Pierre Gassendi e probabilmente conobbe Cyrano de Bergerac). Dopo la morte del suo protettore, intraprese un viaggio in oriente: visitò l’Egitto, l’Arabia, tentò di penetrare in Etiopia e giunse infine nel Gujarat (India), installandosi alla corte dell’ultimo imperatore Moghul, per conto del quale visitò il Kashmir e la regione del Bengala. I racconti dei suoi viaggi ebbero buona fortuna all’epoca. Le sue opere di carattere filosofico si possono ricondurre al movimento libertino: molte, specialmente quelle giovanili, costituiscono un commento dell’opera di Gassendi.

La Nouvelle Division è un articolo agile, scritto in uno stile brillante e ironico, che può essere distinto in due sezioni. Nella prima Bernier divide le popolazioni della Terra in «quattro o cinque specie» (a seconda di come si considerano le popolazioni autoctone americane): 1. la ‘prima razza’, 2. i neri d’Africa, 3. la razza dell’est e nord-est dell’Asia, 4. i Lapponi. Seppure con qualche incertezza, gli abitanti del Nuovo Mondo sono considerati come appartenenti alla ‘prima razza’, insieme agli europei, i nordafricani, gli abitanti del Medioriente, dell’India e di parte del sud-est asiatico. Gli esemplari di questa specie sono riconoscibili per la bianchezza della pelle, alterata — nel caso degli indiani e degli egiziani — da cause ambientali, quali l’esposizione al sole. Dunque la varianza   interna   a   una   medesima   razza   è   contemplata   quando   causata   da   fattori   ambientali. All’estremo   opposto   ci   sono   i   Lapponi   (popolazione   Sami)   descritti   in   termini   fortemente denigratori, come vili animali. I neri, che Bernier probabilmente ha potuto osservare nei mercati di schiavi in Turchia, vengono caratterizzati per la forma peculiare delle loro labbra, per il colore della pelle —che non perde la nerezza nemmeno in climi freddi e in luoghi poco soleggiati — e per la particolare conformazione dei peli e dei capelli ‘lanosi’. Le razze dell’est invece comprende gli abitanti del Giappone, della Cina, dell’Indonesia e delle Filippine, i tartari e i popoli delle steppe asiatiche. Essi sono caratterizzati da un incarnato particolarmente chiaro, da naso e viso piatti e dagli occhi piccoli.

La seconda sezione del’articolo è invece dedicata alla bellezza delle donne nei diversi luoghi del mondo. Qui si scopre la volontà classificatoria basata sui tratti ‘fisici’: la bellezza infatti dipende sia da cause ambientali (la bontà di acque, nutrimento, aria e terra) ma anche dal semen specifico della razza. L’opinione di Bernier circa la bellezza delle donne è relativizzante: non è detto che a certe razze debba essere per forza associata la bruttezza (come invece era e sarà d’uso in altri resoconti), alcune nere sono invece attraenti più della Venere Farnese; tra le indiane poi si trovano delle ‘belle brune’ e, infine, le donne di Circassia sono dette essere le più belle del mondo. I toni sessualizzanti di Bernier sono probabilmente legati al fatto che egli raccoglie i suoi materiali principalmente dall’osservazione delle schiave, specie nel caso delle nere, di cui sottolinea la nudità e alcune caratteristiche particolarmente sensuali, come il colore rosso delle labbra.

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Nuova divisione della Terra basata sulle diverse Specie o Razze di uomini che la abitano, inviata, pressapoco in questi termini, al Signor Abate di ***** da un famoso Viaggiatore [Traduzione dal francese di Roberta P. Mocerino].

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Si è laureata in “Filosofie della conoscenza: scienze, politica, comunicazione” presso l'università “Sapienza” di Roma. È stata visiting student presso la School of Philosophy, Psychology and Language Sciences dell'università di Edimburgo e associated researcher presso l'Emmy Noether-Nachwuchsgruppe “Filologia e Razzismo nel XIX secolo” dell'università di Potsdam (Germania). Nel 2015 ha conseguito il titolo di dottoressa di ricerca in Filosofia del linguaggio presso la facoltà di Lettere della “Sapienza” con una tesi dal titolo “Linguaggio e natura umana: Il dibattito sul linguaggio come dispositivo specie-specifico negli studi angloamericani di antropologia (1775-1871)” ed è cultrice della materia presso la stessa università. Tra i suoi interessi di ricerca ci sono: il rapporto tra teorie linguistiche e antropologia tra XVIII e XIX secolo e la storia della teoria dell'evoluzione.


'La Nouvelle Division de la Terre di François Bernier' has 1 comment

  1. 11 Aprile 2019 @ 11:17 Le razze non esistono, il razzismo sì. Ottomila genetisti lo hanno dimostrato - mediterraneo migrante

    […] primo testo a utilizzare il concetto di “razza” è stato La Nouvelle division de la terre par les […]

    Reply


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